L’oeil sur l’échelle, Edouard Sautai

Mostra laboratorio di Edouard SautaiParigi – Centre Pompidou 20 Febbraio 2008 - 30 Giugno 2008


Edouard Sautai è un artista francese che dipinge, scolpisce, costruisce istallazioni, produce video e realizza fotografie.

L’universo fotografico di Edouard è un universo fragile, tutto sotto il segno della pertubazione continua del punto di vista, della mutazione dello sguardo, che insieme all’uso destabilizzante del trompe-l’œil ottiene l’effetto di spingere lo spettatore ad una costante rielaborazione visiva del reale per distinguerlo dalle intrusioni del fantastico di Soutain che popolano la periferie visiva delle sue immagini.

Immagini che sono “istallazioni” di se stesse, documentazione di un’azione fotografica già accaduta, della durata bastante solo alla lor messa in scena. L’uso di un insieme di tecniche ottiche elementari per porre a confronto la scale del reale con la scale delle sue molteplici intrusioni fantastiche sotto forma ora di modelli ora di mini-installazioni, ora di vere e proprie sculture come nella serie più recente di immagini che prende per l’appunto il nome di Installation

Queste immagini sono realizzate senza alcun artificio digitale. L’illusione è il risultato di una piccola mise en scène: i modelli sono semplicemente piazzati in primo e prospetticamente giustapposti al reale. Questa esemplificazione ripulisce la scena da un sovrapiù visuale che facilmente la mistificazione digitale dell’immagine introduce, con l’aggiunta di rendere più facilmente riconoscibile la natura dei singoli elementi costitutivi la scena e di stabilire immediatamente relazioni tra l’opera e l’immaginario visivo dello spettatore..

Julia Peker scrivendo del lavoro di Sautai così si espime: “Dans ses photographies, ses vidéos, ses sculptures, ou ses dessins, Edouard Sautai procède toujours à une performance.”

Mostra laboratorio di Edouard SautaiParigi – Centre Pompidou 20 Febbraio 2008 - 30 Giugno 2008


Edouard SAUTAI è un artista francese che dipinge, scolpisce, costruisce istallazioni, produce video e realizza fotografie.

L’universo fotografico di Edouard Sautai è un universo fragile, tutto sotto il segno della pertubazione continua del punto di vista, della mutazione dello sguardo, che insieme all’uso destabilizzante del trompe-l’œil ottiene l’effetto di spingere lo spettatore ad una costante rielaborazione visiva del reale per distinguerlo dalle intrusioni del fantastico di Soutain che popolano la periferie visiva delle sue immagini.

Immagini che sono “istallazioni” di se stesse, documentazione di un’azione fotografica già accaduta, della durata bastante solo alla lor messa in scena. L’uso di un insieme di tecniche ottiche elementari per porre a confronto la scale del reale con la scale delle sue molteplici intrusioni fantastiche sotto forma ora di modelli ora di mini-installazioni, ora di vere e proprie sculture come nella serie più recente di immagini che prende per l’appunto il nome di Installation

Queste immagini sono realizzate senza alcun artificio digitale. L’illusione è il risultato di una piccola mise en scène: i modelli sono semplicemente piazzati in primo e prospetticamente giustapposti al reale. Questa esemplificazione ripulisce la scena da un sovrapiù visuale che facilmente la mistificazione digitale dell’immagine introduce, con l’aggiunta di rendere più facilmente riconoscibile la natura dei singoli elementi costitutivi la scena e di stabilire immediatamente relazioni tra l’opera e l’immaginario visivo dello spettatore..


Julia Peker scrivendo del lavoro di Sautai così si espime:

“Dans ses photographies, ses vidéos, ses sculptures, ou ses dessins, Edouard Sautai procède toujours à une performance.”

Edouard Sautai è uno sculture della fotografia per apposizione di materia. Molte critiche di marca francese mettono in relazione l’oggetto giocattolo/la funzione gioco in contrapposizione alla realtà adulta che fa da scenario. Francamente la trovo una lettura riduttiva di un’immaginario molto più complesso e differito dove i rifiuti divengono materiale da costruzione, i modellini metro della realtà, lo scambio di scale, la mutazione dei rapporti di grandezza, sono funzionali a stabilire relazioni di senso più complesse.

All’interno dell’economia delle immagini di Sautai la semplicità deliberata dei mezzi tecnici è funzionale al mantenimento di una giustezza nei rapporti tra “artificio scultoreo” e scenario inteso come irruzione della realtà che emerge fisicamente dal fondo.


Marianne Montchougny in una intervista a Sautai chiede:

“Outre leur petite taille, les cabanes évoquent le solitaire, l’ermite subsistant dans la nature ou en ville. La multitude étant évoquée à travers l’image des immeubles. Y a-t-il une volonté d’opposer le destin de l’individu face à celui du grand nombre ?”


Edouard Sautai

“S’il me semble que l’artiste se positionne de toute évidence dans cette scission et qu’être artiste c’est refuser de faire partie du grand nombre, dans mon cas, il s’agirait plutôt de se mettre dans la situation de l’étranger qui arrive et s’installe comme il peut dans un habitat de fortune construit avec des moyens précaires.”


Mostra laboratorio di Edouard SautaiParigi – Centre Pompidou 20 Febbraio 2008 - 30 Giugno 2008


Il senso della risposta di Sautai si può trovare nel suo percorso artistico e umano.

Edouard Sautai vive e lavora a Bagnolet, per i non parigini, Bagnolet è una delle grandi periferie del nord-est della città. E’ uno dei mille luoghi di confine, di interscambio, tra il tessuto urbano della città storica, e quello spazio diffuso e sovente improprio che i francesi ostinatamente chiamano Grande Parigi, ovvero l’agglomerato di mille periferie indistinte, che trovano i loro confini solo nella loro rappresentazione sulla carta, ma risultano nel reale un sistema articolato e fortemente coeso di luoghi abitativi e progettati per e / frammisti ad elementi di controllo sociale.

L’immaginario dell’artista appare sempre popolato di periferie ora naturali come il limitare del bosco, ora artificiali, come la periferia di Seoul o di Parigi, che ci appaiono come luoghi forzati dell’animo umano, come luoghi necessari per elaborare un pensiero sul contemporaneo, come se il presente si svolgesse solo lì e non altrove, sul suo proprio limitare. E’ il limite come idea/concetto il vero cuore del sentire fotografico delle visioni di Sautai. Il limite di un linguaggio che l’artista tende ad esplorare in modo assai compiuto e rivoluzionario con la sua ultimo mostra/installazione/laboratorio che lo vede ospite in questi allo spazio infanzia del Centre Pompidou.

Mostra laboratorio di Edouard SautaiParigi – Centre Pompidou 20 Febbraio 2008 - 30 Giugno 2008

L’esposizione ci offre insieme a tre video dell’autore: Plan de volLa vie de Chateau e Echelle 1/69éme, anche una panoramica sui suoi lavori fotografici più recenti: Cabanes (che vedete nella foto panoramica in primo piano) Constructions à CreilConstructions à Séoul e Installations (foto d’apertura).

Mostra laboratorio di Edouard SautaiParigi – Centre Pompidou 20 Febbraio 2008 - 30 Giugno 2008

Ma il cuore di questa esposizione sono i due laboratori/ateliers in cui è possibile appropriarsi dell’immaginario di Sautai lavorando sulle infinite permutazioni dei materiali che popolano le sue immagini… Le Perdimetre ovvero una sorta di lanterna magica all’arrovescio, di moderno teatrino delle ombre, dove ogni oggetto posto sul magico piano del Perdimetre appunto si trasforma in rappresentazione di se stesso sulla parete di fronte. Uno strumento che ci consente di disegnare con luce e colore il mondo fantastico degli oggetti cari all’artista che ci vengono messi a disposizione, gettati alla rinfusa, in grandi scatoloni di legno che non possono non ricordarci l’armadio dei giochi della nostra infanzia. 

Mostra laboratorio di Edouard SautaiParigi – Centre Pompidou 20 Febbraio 2008 - 30 Giugno 2008

Se questo primo gioco ci porta con facilità nel territorio di Sautai è con la grande macchina/nstallazione che troneggia all’ingresso della mostra che si può fare davvero esperienza delle dinamiche creativa di Sautai scultore/fotografo

Le Perspectoscope, così semplice, così sorprendente. Se la deterritorializzazione delle periferie contribuisce in modo così pieno all’estetica di questo artista, con questa macchina/installaziona/opera si spinge ancora oltre. La periferia viene presa di peso e portata sotto la forma di una grande immagine/scenario/fondale nel cuore della macchina museale parigina, in quello spazio si straneamento e ricontestualizzazione che è stato per lungo tempo il Centre Pompidou, almeno fino ai lavori ultimi che lo hanno voluto bobo. Una grande gigantografia di un parcheggio di Bagnolet, un tavolo su cui appoggiare i mille oggetti feticcio che popolano le immagini e i video di questa mostra, ed un binario dove scorrono macchine fotografiche e videocamere capaci di riprendere con lo stesso gioco prospettico pensato dall’artista per le sue opere, le creazioni di un pubblico chiamato alla duplice azione di far proprio e rielaborare al tempo stesso l’atto delle visione creatrice di Sautai, e di riterritorializzazione della periferia che viene a popolarsi del gesto creatore, dell’atto scultureo del pubblico ora divenuto artista. Divenuto artista nel senso pieno, per volontà di un artista Sautai, che ci porta nel suo atelier immateriale, ci concede la patente per creare, ci invita a partecipare a popolare il suo immaginario con i nostri territori fino al gesto simbolicamente forte della coesposizione dell’azione così creata nella sua stessa galleria virtuale sul web.

Mostra laboratorio di Edouard SautaiParigi – Centre Pompidou 20 Febbraio 2008 - 30 Giugno 2008

Luca Monti

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